La Sharing mobility è un fenomeno socio-economico che investe il settore dei trasporti tanto dal lato della domanda quanto dall’offerta. Dal lato della domanda, la Sharing mobility consiste in una generale trasformazione del comportamento degli individui che tendono progressivamente a preferire l’accesso temporaneo ai servizi di mobilità piuttosto che utilizzare il proprio mezzo di trasporto. Dal lato dell’offerta, questo fenomeno consiste nell’affermazione e diffusione di servizi di mobilità che utilizzano le tecnologie digitali per facilitare la condivisione di veicoli e/o tragitti realizzando servizi scalabili, interattivi e più efficienti.
Un servizio di mobilità si può condividere tra più utenti in due modi:
La caratteristica della condivisione dei servizi di mobilità è un tratto comune a tutte le forme di trasporto che non prevedano l’utilizzo di un veicolo di proprietà. Questo aspetto imprescindibile riguarda tutti i servizi di trasporto che spesso sono chiamati, in funzione di altri criteri, anche collettivi, in comune o pubblici.
Le recenti innovazioni che hanno investito questo settore hanno permesso che la condivisione di veicoli possa avvenire con costi di transazione notevolmente più bassi rispetto al passato e questo ha permesso che ad essere condivisi oggi siano veicoli normalmente concepiti per un uso personale.
Nella Sharing mobility la tecnologia è un supporto indispensabile. Le App per dispositivi mobili sono necessari per abilitare il modello di servizio collaborativo e renderlo utile, scalabile, originale. Le piattaforme digitali permettono poi di creare relazioni e scambi oltre i confini fisici, in modo più veloce e efficace.
Tutti i servizi innovativi di mobilità condivisa preesistono all’avvento di Internet, dello sviluppo degli ITS e degl’ITC1 e della più recente diffusione di massa dell’uso di dispositivi mobili come Tablet e Smartphone. Sono però queste innovazioni che hanno permesso da una parte che alcune pratiche di nicchia abbiano iniziato ad imporsi come forme di consumo di massa, dall’altra che alcuni modelli di business consolidati siano stati stravolti e abbiano guadagnato nuove quote di mercato.
1. Intelligent Transport System (ITS) e Information Technology and Communication (ITC)
I nuovi servizi di Sharing mobility tendono ad offrire delle opzioni di trasporto che, oltre ad essere usate quando servono, si adattano alle esigenze dell’utente. Rispetto ai servizi di trasporto pubblico di linea di tipo tradizionale, i servizi di mobilità condivisa sono “tagliati su misura” e sono contraddistinti da una notevole flessibilità d’uso: per esempio, non ci sono né orari né tragitti prestabiliti.
La piattaforma digitale e i differenti canali utilizzati nella comunicazione tra operatori di Sharing mobility ed utenti prevede che l’utente non solo abbia la possibilità di fruire ma anche di creare/modificare il prodotto/servizio offerto. L’interazione in tempo reale, abilitata dalla piattaforma – e le differenti possibilità di retroazione continua tra le diverse polarità della piattaforma stessa – consente anche una continua adattabilità del contenuto dei servizi alle necessità degli utenti. Nelle esperienze della mobilità condivisa c’è spesso un’attenzione particolare all’inserimento di un elemento di socialità. Si tratta di collaborazione tra pari – che genera un vero e proprio legame sociale – o di introdurre un elemento esperienziale e relazionale aggiuntivo al fine di arricchire le normali transazioni economiche tra persone.
Nel settore dei trasporti attuale, il cui baricentro è tutt’ora l’utilizzo di veicoli di proprietà, è intrappolata una grande quantità di capacità inutilizzata1. Tra i servizi di mobilità condivisa che sono caratterizzati dallo sfruttamento della capacità residua utilizzando piattaforme digitali vi sono:
Nel caso del Ridesharing la capacità residua utilizzata coincide con il numero di posti lasciati liberi quando il veicolo è utilizzato solo dal proprietario. Altri servizi di mobilità che non contemplino ab origine la possibilità di un utilizzo individuale, hanno comunque la possibilità di innalzare il proprio livello di utilizzo grazie all’istituzione di nuovi modelli organizzativi e alle nuove tecnologie digitali. I servizi di trasporto a domanda, per esempio, possono costantemente ottimizzare il percorso e raccogliere un maggior numero di passeggeri lungo il tragitto impostato inizialmente.
Nel caso del Vehiclesharing la capacità residua utilizzata è quella relativa alla capacità di trasporto2 misurata rispetto alla media di un veicolo non condiviso ed utilizzato solo dal proprietario in una determinata quantità di tempo.
1. La capacità inutilizzata è un concetto impiegato spesso in campo industriale. Una macchina, ma anche un impianto o un sistema, ha una sua capacità massima che le deriva dalle sue caratteristiche tecniche e dal suo modello di utilizzo. Quando vi è capacità inutilizzata di una macchina significa che questa sta producendo meno di quanto potrebbe. Di conseguenza i costi fissi e generali, integrati nel costo unitario del prodotto, tendono ad avere un peso maggiore di quanto non accadrebbe se la macchina potesse colmare la sua capacità residua.
2. La capacità di trasporto è qui considerata come passeggeri trasportati per giorno/mese/anno
I servizi di mobilità che fanno parte di questo nuovo fenomeno della Sharing mobility sono molti e in continua evoluzione.
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