06 Set Un passo in avanti nella regolamentazione dei monopattini: il punto di vista dell’Osservatorio
Con l’avvento del monopattino elettrico, il nuovo veicolo in condivisione per compiere brevi spostamenti in città, l’Osservatorio nel 2019 ha promosso il suo inserimento tra i veicoli ammessi alla circolazione dall’ordinamento italiano (Documento dell’Osservatorio “Regolamentare la micromobilità”). L’asse portante della proposta consisteva nell’equiparazione tra monopattino elettrico ed e-bike, già da tempo inserita nella categoria del “velocipede” (art. 50 CdS). Questo ha consentito che i monopattini potessero avere una configurazione normativa che ne permettesse la circolazione codificata.
La discussione attualmente in corso sulla necessità di una regolazione più restrittiva dell’utilizzo del monopattino nelle città italiane, si fonda essenzialmente su due questioni molto sentite anche dall’opinione pubblica: la sicurezza e la sosta selvaggia.
La Sicurezza
Le regole vigenti che, con un percorso tortuoso, sono state adottate in Italia negli ultimi mesi potrebbero assicurare, a nostro parere, un livello di sicurezza adeguato, in linea con gli standard di molti altri paesi europei. Il problema fondamentale risiede nel fatto che queste regole ad oggi non vengono di fatto rispettate e le relative sanzioni non vengono erogate, diffondendo quindi la percezione che le regole non ci siano o comunque non siano necessarie.
In particolare ci riferiamo a:
- esclusione dalla circolazione ai minori di 14 anni;
- uso del casco obbligatorio fra i 14 ed i 18 anni;
- divieto di circolazione in due persone;
- limite di velocità di 25 km/h quando si circola sulla carreggiata e di 6 km/h su aree pedonali;
- utilizzo di mezzi conformi alle previsioni di legge.
In questo contesto, aumentare la mole di nuove regole o inasprire la portata delle regole esistenti potrebbe non essere una linea necessariamente efficace. Infatti, al di là di qualche miglioramento tecnico senza dubbio possibile (ad esempio l’introduzione degli indicatori di direzione nei veicoli), ai fini della sicurezza sarebbe sufficiente mettere in campo azioni decise per far rispettare le regole che esistono, sia per chi usa il monopattino privato che per chi usa il monopattino in sharing. Ciò porterebbe, necessariamente, ad una riduzione dell’incidentalità e ad una riduzione dell’indice di gravità.
La sosta selvaggia
L’Osservatorio ritiene che per promuovere la crescita della mobilità sostenibile e dell’accessibilità, vada promosso il principio per cui la sosta di ogni genere di velocipede (e quindi anche del monopattino) debba necessariamente avvenire in aree dedicate mentre i marciapiedi debbano essere riservati esclusivamente a camminare, comodamente e in sicurezza.
Per questo motivo riteniamo che debba essere ricavata una nuova riserva di spazio all’interno della sede stradale cittadina, per poter parcheggiare i velocipedi, che questo spazio sia distinto da quello dedicato a ciclomotori, motocicli e automobili e che esso non venga sottratto alla pedonalità. Perché questo accada, serve prima definire e poi rendere omogeneamente disponibile nei centri abitati questo nuovo tipo di area di sosta.
Considerando il modesto ingombro dei velocipedi, una proposta allo studio dell’Osservatorio (l’abbiamo chiamata “Ci vediamo all’angolo”) è quella di dedicare almeno uno spazio di circa 2 x 5 m (pari a quello di uno stallo automobilistico) in corrispondenza degli incroci stradali.
Figura 1_Ci vediamo all’angolo: schema
Nota: Lo spazio campito color magenta, indicato in corrispondenza di un incrocio tipo, identifica la posizione ideale per ubicare la sosta per i velocipedi
L’incrocio stradale è il luogo con la maggiore accessibilità di una maglia viaria e dove è comunque necessario limitare la sosta degli autoveicoli per garantire la massima visibilità degli attraversamenti pedonali da parte di chi si muove lungo la carreggiata.
Una volta creata questa disponibilità di spazio per ogni tipo di velocipede, tutti i veicoli leggeri in sharing potranno utilizzarla al pari di quanto non avvenga oggi per auto e scooter negli spazi di sosta esistenti e questo secondo i diversi modelli operativi oggi possibili (a stazione, a flusso libero, ibridi…).
Lo Staff Tecnico dell’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility