14 Set Il futuro della sosta nella battaglia per lo spazio urbano
Nuovo appuntamento sul canale “Alla conquista dello spazio” della piattaforma #lessCARS, che dal 17 giugno ospita la 4° Conferenza Nazionale della Sharing Mobility proponendo dibattiti e approfondimenti sui temi della mobilità condivisa e sostenibile.
Nell’episodio del 9 settembre si è parlato di sosta: riflessioni, progetti e soluzioni per governare la sosta stradale e contestualmente alleggerire la pressione delle automobili sullo spazio urbano, favorendo la mobilità delle persone.
La prima parte dell’evento, moderata dal coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, Massimo Ciuffini, ha visto il contributo di tre ospiti internazionali: Ivo Cré (POLIS), Julien de Labaca (Fabrique des Mobilités) e Laurence A. Bannerman (Presidente EPA – European Parking Association & Segretario Generale di AIPARK), esperti sui temi della sosta dal punto di vista tecnologico, normativo e della pianificazione.
Gli elementi principali sottolineati negli interventi convergono sulla necessità di considerare la sosta come uno strumento determinante per ridisegnare la mobilità urbana e lo spazio stradale che le è dedicato ma anche viceversa: senza un ridisegno dello spazio pubblico non sarà possibile permettere un nuovo modello di mobilità multimodale. Ridisegnare la mobilità delle persone con attenzione alla sostenibilità ambientale richiede un nuovo approccio da parte delle amministrazioni locali per mettere in discussione il primato dell’automobile personale, considerato che, come ricordato da L.A. Bannerman, “il tasso di motorizzazione delle città italiane è mediamente molto più alto di quello di tante altre città europee”.
Per questo, occorre prima di tutto dare allo spazio destinato alla sosta di un veicolo il giusto valore economico, come sottolineato da Ivo Cré. Polis ha recentemente aggiornato le nuove linee guida per le redazione dei SUMC (i Piani urbani della mobilità sostenibile nel nostro ordinamento) attribuendo alle misure di regolazione della sosta un valore imprescindibile e sino ad oggi troppo trascurato a questo livello di pianificazione. Julien de Labaca, nella sua relazione, ha affermato quale sia l’obiettivo da perseguire nei prossimi anni: “sottrarre lo spazio dei parcheggi per ridarlo ai cittadini, tenendo presente che la mobilità sta cambiando e nuovi stili di vita si stanno affermando”. In questa transizione, la digitalizzazione e l’approccio open source può rappresentare uno degli strumenti fondamentali per mappare e poi gestire lo spazio destinato alla sosta di tutte le modalità di trasporto presenti in ambito urbano. Dunque non solo autoveicoli ma tutti i veicoli che oggi fanno parte del panorama della mobilità urbana come biciclette, cargo bike, scooter, monopattini senza dimenticare il tema della ricarica elettrica delle stesse auto.
Sara Venturoni (RFI), Marco Granelli (Assessore alla mobilità del Comune di Milano) ed Edo Ronchi (Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile) sono stati invece i protagonisti della tavola rotonda moderata da Fabio Celentani di Metropark.
“Le stazioni ferroviarie possono rappresentare un laboratorio di buone pratiche nella gestione della sosta” come sostenuto da Sara Venturoni “perché spesso luoghi “aggrediti” dalla sosta di autoveicoli che riducono la vivibilità dello spazio esterno alle stazioni e la funzione di interscambio che la stazione deve assicurare. Abbiamo l’esigenza di trasformarle in Hub che siano primariamente accessibili alla ciclo-pedonalità, a tutte le forme di mobilità condivisa sia quelle tradizionali che innovative come i servizi di sharing mobility. L’offerta di parcheggi in stazione, coadiuvata dalle tecnologie digitali, deve essere diversificata in funzione del tipo di stazione, del contesto geografico in cui si trova e del suo livello di accessibilità”.
L’Assessore di Milano Marco Granelli nel suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza di riprogettare lo spazio pubblico “per favorire la pedonalità e tutte le forme della mobilità condivisa, che hanno bisogno di uno spazio che è scarso e definito, soprattutto nelle parti più dense delle nostre città e che quindi va riequilibrato, anche attraverso un nuovo uso della sosta, che dovrà rispondere alle nuove esigenze. Non solo quelle legate ai trasporti ma anche quelle relative all’adattamento ai cambiamenti climatici”.
“La città prigioniera delle auto è una città obsoleta – ha concluso Edo Ronchi – e non possiamo più assecondare le abitudini consolidate pensando che non si possa cambiare sostanzialmente niente.
In questo senso la sosta è uno strumento per governare la domanda di mobilità e ridurre l’utilizzo dell’auto personale. Non servono nuovi parcheggi per consentire di andare con la propria auto ovunque, ma serve spazio nella città per favorire la mobilità sostenibile e condivisa. Purtroppo occorre sottolineare che le città italiane sono mediamente in ritardo sulla riorganizzazione dello spazio pubblico in questa chiave e questo ha dei riflessi evidenti sia sull’organizzazione della mobilità che della vivibilità e sostenibilità delle aree urbane”.
L’evento si è chiuso lanciando un video dedicato al tema del superamento degli standard minimi di parcheggio, tema richiamato anche nell’intervento di Sara Venturoni. Nel video, oltre a delle animazioni che spiegano oramai l’assurdità di obbligare alla realizzazione di parcheggi quando l’obiettivo è invece ridurne la disponibilità e la gratuità, si possono ascoltare alcune considerazioni di Donald Shoup, tra i massimi esperti negli Stati Uniti su questo tema.
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